Attuare il riordino delle competenze professionali attraverso l’accorpamento delle macroaree, definire i nuovi percorsi di laurea per l’accesso alla professione e poi ancora supportare il lavoro dei professionisti, rinnovare la governance di categoria, passando attraverso un rafforzamento del welfare di categoria e a una maggiore presenza in Europa.
Sono solo alcuni dei temi principali dai quali, secondo la base degli iscritti dei periti industriali, dovrà ripartire una nuova stagione di riforme per la categoria.
Un pacchetto di dieci proposte risultato del confronto di idee avvenuto lo scorso 27 aprile, tramite il metodo dell’Ost (Open space tecnology), e presentata oggi a Roma in un’assise aperta a tutti i territori e che, accanto ai due presidenti di categoria rispettivamente Giampiero Giovannetti del Cnpi e Valerio Bignami per l’Eppi, ha visto al partecipazione di Massimo Carpinelli, rettore dell’università di Sassari e di Angelo
Ciocca, europarlamentare.
Una delle priorità per la riforma, secondo le indicazioni dei dirigenti di categoria, è quella di attuare il riordino delle competenze professionali accorpando, in modo funzionale alle macroaree, le attuali specializzazione attraverso il principio dell’affinità e garantendo al tempo stesso un unico livello di qualifica nell’ambito della professione.
In seconda battuta c’è il tema della formazione e in particolare delle lauree professionalizzanti. In questo senso la base chiede che i nuovi percorsi di laurea per l’accesso alla professione siano sviluppati attraverso convenzioni tra organismi territoriali e atenei per intervenire soprattutto sull’offerta didattica dei nuovi percorsi formativi. Un’affermazione particolarmente gradita al rettore dell’università di Sassari Massimo Carpinelli, che nel ribadire la partenza nel suo ateneo di un corso di laurea professionalizzanti in “Gestione energetica e della sicurezza” ha dichiarato come la presenza della categoria fosse fondamentale per la sua definizione: “non abbiamo creato il corso e poi coinvolto la categoria dei periti industriali, al contrario. Abbiamo voluto disegnare il corso insieme a loro e vogliamo renderli parte attiva anche nei ruoli della didattica”.
Il terzo tassello su cui impegnarsi è quello di supportare il lavoro dei professionisti, realizzando una formazione di qualità nelle aree di mercato emergenti e innovative (sussidiarietà, riqualificazione e rigenerazione energetica, economia circolare, impresa 4.0), attivando collaborazioni e sinergie con altre strutture.
C’è poi il capitolo della governance di categoria. E’necessario puntare a un rinnovamento tramite una razionalizzazione delle funzioni e dei servizi fra centro e periferia, un maggiore spazio agli organi di rappresentanza territoriale.
Completare la riforma dell’Ordinamento professionale è un altro passaggio ineludibile da effettuare attraverso vari passaggi: primo tra tutti la modifica del titolo ordinistico e di quello professionale, l’accorpamento degli ordini territoriali e la riforma della legge elettorale.
Tra le priorità indicate, poi, figura il rafforzamento del welfare di categoria, la spinta all’evoluzione del modello professionale in una direzione sempre più imprenditoriale e una maggiore presenza in Europa, sia promuovendo una maggiore mobilità dei professionisti tramite un migliore riconoscimento della professione e la certificazione delle competenze, sia potenziando la rappresentanza degli interessi dei professionisti tecnici nei processi decisionali europei.
Pieno appoggio alla categoria rispetto agli scenari europei anche da Angelo Ciocca che ha ribadito la necessità che in Italia si attui quel Piano di riforma richiesto dalla direttiva europea 55/13 e di fatto mai attuato e che servirebbe a delineare ambiti di attività e competenze”.
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